PIETRO MANCINI (a cura di), KLEMENS VON METTERNICH Il mio testamento politico, (trad. it. di Gherardo Casini), G. Bonacci Editore, Roma, 1991, pp. 32

Comune a molti uomini di potere, che non abbiano incontrato prematuramente la morte in circostanze inaspettate e dolorose, è l’idea di raccogliere le proprie memorie al termine della carriera politica facendone un testamento da consegnare ai posteri.
Così non è stato per lo statista austriaco Klemens von Metternich il cui Testamento politico, scritto negli anni in cui non si era ritirato dalle cariche pubbliche, ha fondamento non nella volontà di ricostruzione biografica a scopo edificatorio né in uno sforzo apologetico, quanto nella necessità di confutazione dell’interpretazione del suo operato politico, spregiativamente denominato sistema Metternich.
L’eredità lasciata dallo statista assume i caratteri della testimonianza di un vissuto che si fa epoca, di un uomo che ha interpretato e guidato l’Europa in anni turbolenti, dalla Rivoluzione francese all’ascesa di Napoleone
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