L’emergenza Sanitaria Ed Economica: Una Prova Impegnativa Per Il Mondo Della Cultura

 

Il nuovo numero della Rivista esce mentre è in corso una drammatica emergenza sanitaria ed economica, senza dubbio la più grave dal secondo dopoguerra. Come tutti i momenti di crisi, anche questo è aperto a molteplici sbocchi. Può contribuire ad aggravare vizi di lunga durata di un paese, rendendo più acute ingiustizie e irrazionalità che rinviano a nodi storici irrisolti, ma può essere anche la premessa di una rinascita imperniata su un nuovo patto di cittadinanza.
Nesso che fu lucidamente colto dalla più avvertita riflessione illuministica meridionale in occasione del terremoto che colpì la Calabria il 5 febbraio 1783, il cosiddetto ‘mercoledì dei calabresi’. In quell’occasione Ferdinando Galiani, uno degli uomini più brillanti del Settecento napoletano, autore precocissimo, a soli 22 anni del Trattato della moneta, uno dei capolavori della nascente scienza economica, scrisse che il terremoto poteva costituire l’occasione per mettere mano ai mali endemici che affliggevano il Mezzogiorno e avviare un nuovo corso riformatore.
Allora come oggi è decisivo il contributo dell’intelligenza critica. Di fronte all’attuale drammatica situazione è necessario che il mondo della cultura faccia sentire la sua voce non solo per correggere errori di gestione dell’emergenza, ma anche e soprattutto per delineare i capisaldi di una prospettiva di rinnovamento.
Numerosi sono oggi i problemi sul tappeto. Innanzitutto la questione decisiva dei poteri con cui gestire un’emergenza di enorme portata. I costituenti italiani memori di come la prefigurazione di poteri eccezionali, sia pure disciplinati dal testo costituzionale, potesse costituire la premessa di derive autoritarie, evitarono di normare quella materia. E alla luce del complessivo impianto costituzionale e della gerarchia delle fonti da esso disegnata che dev’essere perciò affrontata la questione con cui gestire l’emergenza. In questo numero della Rivista tre ampi contributi sono dedicati al tema. Tema che implica a sua volta il rapporto fra Stato, regioni e poteri locali: un nodo problematico che è stato fin dal primo numero della Rivista al centro della nostra attenzione.
Come lo è stato quello dell’Unione europea. Oggi più che mai questa è a un bivio. Dal modo di affrontare l’emergenza economica innescata da quella sanitaria dipenderà, nel giudizio di centinaia di milioni di cittadine e di cittadini che la compongono, la valutazione dei costi e dei benefici dell’intero processo di edificazione europea. Mai come in questo momento le scelte economiche che saranno adottate decideranno della costituzione materiale dell’Unione. Si tratterà di vedere come in quale misura questa, affrancandosi da anguste ed egoistiche impostazioni del passato, saprà farsi promotrice di nuovi, più elevati livelli di cittadinanza sociale. Si tratta di un passaggio cruciale, considerato anche che le politiche nazionali sono oggi in larghissima misura determinate da scelte operate in sede europea. Su quella decisiva materia, destinata a impattare sulla costituzione materiale di singoli Stati, dev’essere vigile l’attenzione della cultura giuridica, economica e politologica. Quel tema continuerà ad essere al centro degli interessi della nostra Rivista.
Che potrà valersi su questa come su altre materie, come mostra l’attuale numero, di un sempre e più largo contributo di studiosi stranieri, accentuando così quell’internazionalizzazione che fin dall’inizio ha costituito una delle direttrici del nostro impegno.
Al riguardo, diamo il benvenuto nel comitato scientifico internazionale ai colleghi Francesco A. Schurr e Margareth Helfer, entrambi dell’Istituto di Diritto Italiano dell’Università Innsbruck, che hanno accettato di condividere la nostra avventura editoriale. Purtroppo, il secondo anno di vita della Rivista ha inizio in un momento quanto mai difficile. Confidiamo di saper essere, con rinnovato entusiasmo, all’altezza delle nuove sfide che ci sono di fronte.