Domenico Crocco

La responsabilità amministrativo-contabileper lesione del prestigio e dell’immagine della Pubblica Amministrazione.
Alcuni spunti teorico-ricostruttivi

SOMMARIO: 1. Profili introduttivi e definizione della fattispecie. – 2. Fondamento costituzionale e legislativo. – 2.1. Le norme costituzionali. Gli artt. 2, 97, 54 e 28 Cost. – 2.2. La legislazione ordinaria. – 2.2.1. Gli artt. 2043 e 2059 del codice civile: rinvio. – 2.2.2. L’art. 17, co. 30 ter, decreto legge 1° luglio 2009, n. 78 (conv. da ultimo con modif. dalla legge 3 ottobre 2009, n. 141. – 2.2.3. L’art. 1, co. 1 sexies, legge 14 gennaio 1994, n. 20 (introdotto dall’art. 1, co. 62, legge 6 novembre 2012, n. 190). – 2.2.4. L’art. 69 del decreto legislativo n. 150/2009 quale ipotesi “speciale” di danno all’immagine della P.A. – 3. La giurisdizione della Corte dei conti sulla responsabilità derivante dal danno all’immagine. – 4. Natura giuridica. – 5. Ambito oggettivo di applicazione della normativa in tema di responsabilità erariale per danno all’immagine della P.A. tra dettato legislativo, intervento della Consulta e della Cassazione e posizioni assunte dalla giurisprudenza contabile. – 6. Il problema della prova del danno e dell’individuazione dei relativi criteri di quantificazione. – 6.1. (Segue): Danno all’immagine e sentenza irrevocabile di patteggiamento della pena o di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato. Rilievi interpretativi. – 7. Il rilievo del c.d. clamor (ovvero della “pubblicità” della notizia della condotta illecita del dipendente infedele) in relazione al danno all’immagine. – 7.1. (Segue): L’efficacia del clamor fori, ai fini della qualificazione giuridica (an debeatur) e della quantificazione (quantum debeatur) del danno all’immagine della P.A. – 7.2. (Segue): Clamor e prescrizione del danno all’immagine: dalla rilevanza della mera “pubblicità di fatto” (clamor fori) alla “pubblicità legale” della sentenza penale di condanna (clamor ex lege o, meglio, clamor ex sententia iudicis). – 8. L’incidenza del Codice della Giustizia Contabile sulla disciplina del danno all’immagine della P.A. Brevi considerazioni conclusive.

Abstract

L’importanza che assume il danno all’immagine della P.A., quale tipologia di danno erariale, è davvero notevole se si considerano le diverse ricadute sul tessuto economico-sociale.
Il danno all’immagine causato dal funzionario rientra tra le fattispecie di responsabilità amministrativa che evidenziano aspetti anche macroscopici di cattiva amministrazione, i quali si traducono concretamente in sprechi, disservizi, inefficienza o, addirittura, in veri e propri reati contro la P.A.
Il dibattito dottrinale e giurisprudenziale relativo al danno in oggetto ha riguardato molteplici aspetti definitori, a partire dallo stesso fondamento legislativo, sia a livello costituzionale che a livello ordinario.
Si analizzano, inoltre, i motivi sottesi alla giurisdizione della Corte dei Conti, individuando la funzione di deterrenza e di garanzia della responsabilità patrimoniale amministrativa.
L’esatta individuazione della natura giuridica, così come dell’ambito applicativo, del danno all’immagine ha affaticato gli interpreti che, spesso, nonostante l’intervento a più riprese della Corte dei Conti, hanno continuato a discutere su molteplici aspetti del danno in parola.
Dunque, dopo un’approfondita analisi del panorama giurisprudenziale e dottrinale, è d’obbligo analizzare le questioni circa le modalità attraverso cui è possibile fornire la prova del danno in parola, così come quelle relative alla sua esatta quantificazione concreta, che si sostanzia nella spesa necessaria al ripristino del bene giuridico leso.
Difatti è proprio per tale ragione che si è riconosciuta una particolare efficacia al clamor fori, ai fini della qualificazione giuridica (an debeatur) e della quantificazione (quantum debeatur) del danno all’immagine della P.A.
Da ultimo si pone particolare attenzione sull’impatto avutosi sulla disciplina del danno all’immagine in conseguenza dell’entrata in vigore del Codice di Giustizia Contabile (D.Lgs. n. 174 del 26 agosto 2016).

The importance of damage to the image of the Public Administration, as a type of tax damage, is really remarkable if we consider the different effects on the economic-social fabric. The damage to the image caused by the official is one of the cases of administrative responsibility that highlights even macroscopic aspects of maladministration, which are translated concretely into waste, inefficiency, inefficiency or even, in real crimes against the Public Administration. The doctrinal and jurisprudential debate relative to the damage in question has concerned multiple defining aspects, starting from the same legislative basis, both at the constitutional level and at the ordinary level. Furthermore, the reasons underlying the jurisdiction of the Corte dei conti are analysed, identifying the function of deterrence and guarantee of the administrative patrimonial responsibility. The exact identification of the legal nature, as well as of the scope of application, of the damage to the image has been tiring for the interpreters who, often, despite the intervention of the Corte dei conti on several occasions, have continued to discuss many aspects of the damage in question. Therefore, after an in-depth analysis of the jurisprudential and doctrinal panorama, it is obligatory to analyze the questions about the modalities through which it is possible to furnish proof of the damage in question, as well as those relative to its exact concrete quantification, which is substantiated in the expenditure necessary for the restoration of the injured legal good. In fact, it is precisely for this reason that the clamor fori has been recognized as particularly effective, for the purposes of legal qualification (an debeatur) and quantification (quantum debeatur) of the damage to the image of the Public Administration. Finally, particular attention is paid to the impact on the discipline of damage to the image as a result of the entry into force of the Codice di Giustizia Contabile (Legislative Decree no. 174 of 26 August 2016).