DOMENICO CROCCO

Sovrano, togati e potere feudale nel regno di Napoli tra Cinquecento e Seicento. Problemi di diritto pubblico
dello stato d’Antico Regime

SOMMARIO:

  1. Il rapporto tra il sovrano e la nobiltà feudale nel Regno di Napoli, tra Cinquecento e Seicento. – 2. La “grande feudalità” e la c.d. “piccola nobiltà” o nobiltà locale. Cenni al problema del c.d. “suffeudo”. – 3. Potere regio e togati. – 4. Il contratto feudale tra funzione pubblica ed interessi patrimoniali privati. – 5. Trasmissione iure successionis e alienabilità dei feudi: punctum dolens del delicato rapporto “corona-nobiltà feudale”. – 6. Brevi considerazioni conclusive.

Abstract

Il rapporto fra Stato e feudalità fu uno degli aspetti centrali della vicenda politica e giuridica dell’Età moderna. Nel Regno di Napoli quel rapporto assunse caratteri peculiari, che furono all’origine di quella che Raffaele Ajello chiamò ‘anomalia meridionale’. In connessione con l’affermarsi della respublica dei togati la nobiltà fu esclusa dalle leve del potere centrale. Le magistrature si riservavano un controllo penetrante sulla feudalità, avocando a sé il cruciale assenso regio sulle alienazioni e sulle ipotecazioni dei feudi. Così prese corpo nel Mezzogiorno continentale un modello sociale e politico in larga misura alternativo a quello siciliano, che fu caratterizzato da una pressoché incontrollata alienabilità dei feudi e da una molto minore autonomia della direttiva politica dal potere feudale.

The relationship between the state and feudalism was one of the central aspects of the political and legal history of the modern age. In the Kingdom of Naples that relationship took on peculiar characteristics, which were at the origin of what Raffaele Ajello called ‘southern anomaly’. In connection with the emergence of the respublica of the togates, the nobility was excluded from the levers of central power. The magistracies reserved for themselves a penetrating control over feudalism, claiming the crucial royal assent on the alienations and mortgages of the fiefdoms. Thus, a social and political model largely alternative to the Sicilian one took shape in the continental South, which was characterized by an almost uncontrolled alienation of the fiefdoms and by a much less autonomy of the political directive from the feudal power.