DOMENICO CROCCO – CARMINE A. A. QUERCIA

Note minime sulla fiscalità nella società di Antico Regime (XVII – XVIII secolo). Dal ricorso all’appalto privato al monopolio pubblico delle imposte e al censimento catastale della proprietà

SOMMARIO:

  1. Premessa introduttiva. L’attività finanziaria dello Stato di Antico Regime e il complesso rapporto tra sovranità e fiscalità. – 2. Il c.d. sistema degli “asientos” spagnoli e delle “fermes” francesi. – 3. Modello fiscale e conflitti sociali: soggetti esentati e soggetti oppressi dal peso fiscale. – 3.1. In particolare: le insurrezioni siciliane e di Napoli contro il governo spagnolo. – 3.2. La c.d. “Fronda del Parlamento di Parigi” nella Francia di Ancien Régime – 4. La più importante riforma fiscale degli Stati di Ancien Régime: la realizzazione dei catasti. – 4.1. Il catasto teresiano nei territori del Ducato di Milano. – 4.2. L’elemento cardine della riforma fiscale nel Regno di Napoli: il catasto onciario. – 4.2.1. Cenni sull’Ottocento e la “parentesi francese”: l’introduzione del catasto murattiano. – 5. Rilievi di sintesi ed alcune conclusioni.

Abstract

Il problema dell’imposizione fiscale fu un aspetto cruciale della vicenda dello Stato moderno. Basti pensare alla connessione esistente fra la crescita del gettito fiscale legata alla maggiore proiezione militare degli Stati e la ristrutturazione degli apparati statuali che prese corpo nel XVII secolo. Nella Francia del Seicento, come è dimostrato in maniera emblematica dal tornante della Fronda, la fiscalità fu materia decisiva della contesa di potere che ebbe per protagonisti il vertice politico, la nobiltà e i Parlamenti. Fu, fra l’altro, per garantire l’ampiezza del gettito fiscale che nacquero gli intendenti, ossia che prese corpo quel cruciale evento che la storiografia ha definito ‘sdoppiamento degli apparati’. Rilevante fu poi nel Settecento il fenomeno della catastazione. Esso accompagnò il profondo ripensamento teorico che la cultura illuministica fece del tema della fiscalità, auspicando il passaggio dall’imposizione diretta a quella indiretta.

The problem of taxation was a crucial aspect of the modern state affair. Just think of the connection between the growth in tax revenues linked to the greater military projection of the states and the restructuring of the state apparatuses that took shape in the seventeenth century. In seventeenth-century France, as is emblematically demonstrated by the hairpin bend of the Fronde, taxation was a decisive matter of the power struggle that had as protagonists the political top, the nobility and the Parliaments. It was, among other things, to ensure the breadth of tax revenue that the intendants were born, that is, that crucial event that historiography has defined as ‘splitting of the apparatuses’ took shape. The phenomenon of land registry was also relevant in the eighteenth century. It accompanied the profound theoretical rethinking that the Enlightenment culture made of the theme of taxation, hoping for the transition from direct to indirect taxation.