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ISSN 2704-8667

Istituzioni
diritto
Economia

Rivista Internazionale di Scienze Giuridiche, Economiche e Sociali

International Review of Legal, Economic and Social Science

Classificata ANVUR come rivista scientifica nell’area disciplinare 12 – Scienze giuridiche

Editoriale

Le ragioni di una presenza culturale

«Rottura dei cancelli»: così, nella De iuris civilis difficultate ac docendi methodo oratio, Giulio Pacio esprimeva la necessità di superare gli angusti e improduttivi irreggimentamenti disciplinari che fino a quel momento avevano caratterizzato il sapere. Era un’esigenza che riguardava innanzitutto il diritto. Questo aveva assunto una posizione di primato nelle gerarchie disciplinari medievali fino a condurre alla teorizzazione accursiana dell’autosufficienza del sapere giuridico. L’Umanesimo aveva invece fortemente sottolineato la necessità di aprire la scientia juris al dialogo con gli altri saperi: solo dalla storicizzazione dell’esperienza giuridica e dal contatto vivificante con le humanae litterae sarebbero potute scaturire valide direttrici per il rinnovamento della vita giuridica. La pratica aveva bisogno di più teoria, ma in primo luogo di una diversa teoria, ossia di un’elaborazione culturale che, rifuggendo dalle ossificazioni dogmatiche della tradizione, si ponesse spregiudicatamente in ascolto della realtà per offrirle prospettive meditate di rinnovamento.

L’esigenza dell’interdisciplinarietà era fortemente avvertita da una cultura, quella umanistico-rinascimentale, che operava agli albori della modernità, ossia in un’epoca, per antonomasia, di cambiamento. Non è un caso che quell’esigenza si riproponga oggi, in un’epoca di intense trasformazioni. L’interdisciplinarietà vuole essere la cifra della nuova rivista. Ne è promotore un gruppo di studiosi di diversa formazione, ma accomunati dalla consapevolezza che gli specialismi disciplinari hanno un senso solo nella misura in cui offrano l’armatura tecnico-concettuale di una progettualità complessiva.

Al di là dei singoli ambiti in cui opera ciascuno dei promotori dell’iniziativa e delle sinergie che si intendono costruire, vi è un tema che rappresenta il punto focale del progetto editoriale, ed è la questione dello Stato. Questo costituisce l’elemento di convergenza dei contributi giuridici, politologici ed economici che la rivista intende ospitare. I processi di globalizzazione in atto negli ultimi decenni hanno infatti profondamente ridisegnato il ruolo dello Stato. Una mole sempre più ingente di processi decisionali è transitata verso ambiti extrastatuali: grandi concentrazioni di potere economico e livelli istituzionali intergovernativi. Non si è trattato di trasformazioni univocamente progressive: la marea montante dei populismi rinvia anche all’incapacità degli Stati nazionali di assolvere il loro compito di regolazione, ossia il loro storico ruolo di mediazione delle istanze sociali.

In questo quadro la riflessione sull’amministrazione acquista un risalto centrale. Decisive sono state le trasformazioni intervenute nell’ultimo trentennio anche nel sistema amministrativo italiano. Basti pensare alle privatizzazioni e alla nascita delle authorities. I criteri di economicità, di efficienza e di efficacia hanno sempre più prepotentemente bussato alle porte della cittadella del giure. Un’amministrazione conformata secondo una logica unilateralistica si è sempre maggiormente aperta a logiche aziendalistiche. È venuto oggi il momento di fare un bilancio di queste trasformazioni. Gli apparati pubblici quanto hanno guadagnato in termini di rapidità e di operatività e quanto sul conseguimento di quel risultato ha pesato la vischiosità di vecchie formae mentis e di collaudate modalità di azione? Ma un bilancio degli sviluppi degli ultimi decenni pone anche un interrogativo più radicale: in quale misura il perseguimento di logiche aziendalistiche rischia di offuscare quel primato degli interessi collettivi che discende dall’impianto solidaristico della Costituzione repubblicana?

Il mondo dell’istruzione e della cultura, ad esempio, è una cartina di tornasole dei rischi insiti nell’adozione di logiche angustamente quantitative (a cominciare dai criteri di valutazione) e tese al perseguimento di meri obiettivi professionalizzanti. È sotto gli occhi di tutti che quelle logiche finiscono per pregiudicare l’imprescindibile esigenza di una formazione complessiva dell’uomo e del cittadino, per usare una formula che, dopo oltre duecento anni, non ha certo perso di attualità.

È nel punto di intersezione fra dimensione giuridica, economica e politologica che si situa il tema della finanza pubblica. Considerati i vincoli di bilancio derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, esso offre spunti di riflessione importanti in merito ai rapporti fra poteri statuali e dimensione sovranazionale. Ma il problema della finanza pubblica si lega anche alle questioni del regionalismo e del federalismo, specie alla luce delle recenti proposte in materia di autonomia differenziata. Sono tutti temi che saranno oggetto di approfondimento nella rivista, con un occhio sempre attento alle tematiche meridionalistiche. È il caso infatti di aprire una discussione su costi e benefici che il Mezzogiorno ha tratto, negli ultimi decenni, dal superamento delle forme di intervento straordinario attuate all’indomani della nascita della Repubblica.

Una rubrica fissa ospiterà le cosiddette note a sentenza. Si tratta di un genere che non ha perso la sua utilità. È pleonastico sottolineare quante volte la giurisprudenza anticipi orientamenti destinati a trovare una traduzione in termini legislativi.

Per decifrare le nuove dinamiche economiche, sociali e politiche c’è bisogno di una rinnovata consapevolezza storiografica. Il punto di vista sugli avvenimenti del presente rischia infatti di essere sempre parziale e quindi fuorviante se non è materiato da una conoscenza delle grandi linee storiche sulle quali le più recenti trasformazioni si innestano. Ed è in primo luogo la storiografia a esigere un approccio integrato che colleghi la dimensione politica a quella economica, sociale e giuridica. Pertanto, nello spirito di quell’interdisciplinarietà a cui intende ispirarsi la rivista, le ricerche storiografiche occuperanno in essa uno spazio centrale.

Sono obiettivi ambiziosi quelli che ci prefiggiamo. Ma confidiamo di trovare ascolto nei tanti ambienti culturalmente reattivi di cui una società pure profondamente permeata da logiche omologanti continua a essere piena.

Organigramma

 DIREZIONE SCIENTIFICA

Direttore

DOMENICO CROCCO, IERDISAF – UPM Uni-internazionale, Milano

Condirettori

DARIO LUONGO, Università degli Studi di Napoli Parthenope

FEDERICO PICA, SVIMEZ – Università degli Studi di Napoli Federico II

ANDREA A. SALEMME, Corte di Cassazione

MARCO TIBERII, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli

COMITATO SCIENTIFICO

SALVATORE ACETO DI CAPRIGLIA, Università degli Studi di Napoli Parthenope – CARLO AMATUCCI, Università degli Studi di Napoli Federico II CARLO AMIRANTE, Università degli Studi di Napoli Federico II – ENRICO BONELLI, Università degli Studi di Napoli Federico II – SERGIO CAPOZZI, Università degli Studi di Napoli Parthenope – RAFFAELLO CAPUNZO, Università degli Studi di Napoli Federico II – ANDREA R. CASTALDO, Università degli Studi di Salerno – STEFANO CHERTI, Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale – MANLIO INGROSSO, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – PIER FRANCESCO LOTITO, Università degli Studi di Firenze – VINCENZO MASTRONARDI, Sapienza Università di Roma – GIOVANNI NERI, IERDISAF – UPM Uni-internazionale, Milano – EMILIO PAGANO, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli – GIORGIO SPANGHER, Sapienza Università di Roma – GENNARO TERRACCIANO, Università degli Studi di Roma Foro Italico – SALVATORE VILLANI, Università degli Studi di Napoli Federico II –
PAOLO WULZER, Università degli Studi di Napoli L’Orientale

COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE

SANDRA CASSOTTA, Aalborg University Copenhagen, Danimarca – RENATA FRANC, Institute of Social Sciences Ivo Pilar – University of Zagreb, Croazia – MARGARETH HELFER, Istituto di Diritto Italiano – Università di Innsbruck, Austria – ANTHONY W. MCKENZIE, Miami International University, USA – ANDREA NUVOLI, Universitat Abat Oliba CEU – Barcelona, Spagna – COSIMO RISI, USI, Lugano SvizzeraCARMEN PARRA RODRIGUEZ, Universitat Abat Oliba CEU Barcelona, Spagna – FRANCESCO A. SCHURR, Istituto di Diritto Italiano – Università di Innsbruck, Austria –  SILVIA TRIFONOVA, University of National and World Economy Sofia, Bulgaria – MATTHIAS THEODOR VOGT, Hochschule Zittau-Görlitz – University of Applied Sciences, Germania

RAPPORTI INTERNAZIONALI

SALVATORE VILLANI, Università degli Studi di Napoli Federico II

COMITATO DI REDAZIONE

ANGELINA CIRILLO, ROSSELLA CISCOGNETTI, MASSIMINO CRISCI, IVAN CUOCOLO,
JEAN PAUL DE JORIO, MARCELLA FERRANTE, PAOLO MAMMOLA, SARA PIANCASTELLI

SEGRETERIA DI REDAZIONE

FRANCESCO CAMPLANI, LUCIA ROCCO,
FULVIO TUDISCO, CARMINE A.A. QUERCIA

DIRETTORE RESPONSABILE

DOMENICO DENTE GATTOLA

Criteri Redazionali

SAGGI, ARTICOLI, COMMENTI A PRONUNCE GIURISPRUDENZIALI, RECENSIONI

I contributi, che pervengono alla redazione di IDE, devono rispettare i seguenti criteri di editing. Vanno redatti con carattere Garamond 12 e devono contenere l’indicazione del nome dell’Autore e eventualmente la qualifica, che deve essere riportata in nota segnalata con asterisco a piè pagina.
Per i saggi e gli articoli, che devono essere corredati da un abstract in lingua inglese e in italiano, è necessario predisporre un sommario iniziale in carattere Garamond 10 (il termine sommario va in maiuscoletto) con i numeri e i titoli dei paragrafi (e di eventuali sottoparagrafi) che devono essere ripetuti nel corpo del testo, secondo l’esempio sotto riportato:
Es. SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Le riforme dell’Amministrazione pubblica italiana. Dall’Unità d’Italia ad oggi. – 2.1. Lo Statuto albertino e l’Amministrazione.
I titoli dei singoli paragrafi nel corpo del testo devono contenere la numerazione e devono essere in corsivo.
Es. 1. Premessa.

Citazioni dottrinarie

Per le citazioni di un volume si deve indicare nell’ordine: il nome dell’Autore puntato in maiuscoletto, il cognome per esteso in maiuscoletto (se ci sono più autori separarli con un trattino -), il titolo dell’opera in corsivo, il luogo di edizione, l’anno di pubblicazione, l’eventuale numero dell’edizione (numero arabo), il numero della/e pagine citate non precedute da “ p.”, secondo l’esempio sotto riportato:
Es. D. CROCCO, Profili giuridici del controllo di efficienza amministrativa, Napoli, 2012, 110 ss.
Per un contributo in un’opera collettanea, in atti di convegni e simili, utilizzare la medesima formula per le citazioni del nome e cognome dell’Autore e del titolo dell’opera e poi inserire nell’ordine: “in”, il nome e cognome del curatore o dei curatori seguito dall’indicazione “a cura di” tra parentesi tonda, il titolo dell’opera in corsivo, il luogo di edizione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione, il numero della/e pagine citate non precedute da ” p.”, secondo l’esempio sotto riportato.
Es. P. BILANCIA, Stato federale, unitario, regionale: dalle diverse origini storiche alla confluenza dei modelli, in P. BILANCIA – F. G. PIZZETTI (a cura di), Aspetti e problemi del costituzionalismo multilivello, Milano, 2004, 15 ss.
Per un articolo di rivista utilizzare la medesima formula per le citazioni del nome e del cognome dell’Autore e del titolo dell’opera e poi inserire, a seguire, nell’ordine: “in”, il nome della rivista in corsivo, l’anno di pubblicazione, il numero della/e pagine citate non precedute da ” p.”, seguendo l’esempio sotto riportato:
Es. A. RUGGERI, Valori e principi costituzionali degli Stati integrati d’Europa, in Teoria del diritto e dello Stato, 2009, 292.
Per le voci enciclopediche utilizzare la medesima formula per le citazioni del nome e del cognome dell’Autore e del titolo dell’opera e poi inserire, a seguire, nell’ordine: “in”, il nome della enciclopedia in corsivo, numero romano del volume, il luogo di edizione, l’anno di pubblicazione, il numero della o delle pagine, seguendo l’esempio sotto riportato:
F. LANCHESTER, Stato (forme di), in Enciclopedia del diritto, XLIII, 796-816XIX, Milano, 1970, 634 ss.
N. B. Le citazioni in lingua straniera seguono le regole grammaticali di ciascuna lingua.

Citazioni normative e giurisprudenziali

In linea generale i riferimenti normativi e giurisprudenziali vanno citati per esteso nel corpo del testo e sinteticamente in nota. In ogni caso la prima volta che viene effettuata una citazione normativa o giurisprudenziale, sia nel testo che in nota, è necessario operarla per esteso dando tutti i riferimenti.

Normativa

Es. Nel corpo del testo: legge n. 48 del 20 febbraio 1995; decreto legislativo n. 55 del 23 dicembre 2010; decreto-legge n. 51 del 27 settembre 1998. Successivamente, nel corpo del testo o in nota: l. n. 48/1995; d.lgs n. 55/2010; d.l. n. 51/1998.

Giurisprudenza

Es. Nel corpo del testo: la sentenza della Corte costituzionale del 10 dicembre 2010, n. 40; Successivamente, nel corpo del testo o in nota: Corte cost. sent. n. 40/ 2010.
Nel corpo del testo: la sentenza della Corte di Giustizia del 25 gennaio 2009, causa C- 140/94, Motta, in Racc., I-3555 ss. Successivamente, nel corpo del testo o in nota, abbreviare Corte Giust., sent. 25-1-2009, causa 140/94.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Alla fine di ciascun contributo (saggi, articoli e note a sentenza) vanno indicati i riferimenti bibliografici. Dopo l’intestazione Riferimenti bibliografici in maiuscoletto, le varie opere vanno elencate in ordine alfabetico, anticipando prima il cognome dell’autore per esteso e poi il nome puntato.
Esempio:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
BILANCIA P., Stato federale, unitario, regionale: dalle diverse origini storiche alla confluenza dei modelli, in BILANCIA P. –PIZZETTI F. G. (a cura di), Aspetti e problemi del costituzionalismo multilivello, Milano, 2004.
CROCCO D., Profili giuridici del controllo di efficienza amministrativa, Napoli, 2012.
RUGGERI A., Valori e principi costituzionali degli Stati integrati d’Europa, in Teoria del diritto e dello Stato, 2009.

NOTE A SENTENZE E RECENSIONI

Le note alle pronunce giurisprudenziali vanno redatte in carattere Garamond 12 e sono possibili solo per le letture critiche alle quali va sempre attribuito un titolo.
Le recensioni vanno redatte possibilmente senza note o, comunque, limitandone al massimo l’uso.
Le informazioni relative ai libri da recensire vanno messe all’inizio della recensione e devono contenere il nome dell’autore in maiuscoletto, il titolo del libro in corsivo, il luogo e il nome dell’editore, l’anno, il numero complessivo delle pagine.
Il nome dell’autore della lettura critica o recensione va messo alla fine del testo.

 

Peer Review

Destinazione editoriale
La Direzione di IDE accetta solamente quei contributi che per forma e contenuto risultino coerenti con l’impostazione e con le tematiche generalmente trattate nella Rivista.

Criteri redazionali
I contributi che pervengono alla redazione devono rispettare i criteri di editing della Rivista.

Lingua di pubblicazione
IDE accetta contributi in italiano, inglese, tedesco, francese, portoghese e spagnolo. Ogni contributo deve essere corredato comunque da un abstract redatto in lingua inglese e in italiano.

Valutazione dei referee
I contributi vengono pubblicati solo se valutati positivamente in esito ad un processo di referaggio secondo il metodo del double blind peer review.
Al fine di garantire l’integrità del processo di revisione, ai referee non viene rivelato il nome dell’autore, e quest’ultimo non conosce l’identità dei referee.
L’esito del referaggio può comportare:
a) l’accettazione integrale del testo
b) l’accettazione del testo con proposte migliorative non sostanziali
c) l’accettazione del testo subordinata a modifiche sostanziali
d) la scelta di non procedere alla pubblicazione

Scelta dei referee
I referee sono scelti dalla Direzione della Rivista, su proposta dei membri del Comitato scientifico, tra studiosi, italiani e stranieri, particolarmente esperti degli argomenti trattati.

 

 

 

 

Ultimi contributi

Presentazione

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Biagio Brugi fu fra i romanisti che, fra XIX e XX secolo, diedero il maggiore contributo allo studio del diritto medievale e moderno. Egli valorizzò fortemente la creatività della scienza giuridica medievale, prendendo decisamente le distanze dai filoni dell’Umanesimo e dell’Illuminismo maggiormente critici verso la tradizione […]